Sindaci. Mandare Acqualatina nelle scuole significa chiudere il lupo nell’ovile

Da una nota di Acqualatina spa si apprende che dal 2003 la società – gestore del servizio idrico integrato (SII) nell’Ambito Territoriale Ottimale n.4 (ATO4) – opera per valorizzare la tutela dell’ambiente, in particolare delle risorse idriche, a tal fine sviluppa con progetti e campagne tra cui il “Progetto scuola”, che ogni anno coinvolge i bambini ed i ragazzi delle scuole presenti nell’Ato4. Per i bambini delle scuole elementari è previsto un concorso di idee avente ad oggetto il risparmio idrico, a cui si partecipa inviando il proprio lavoretto. Tutto a posto? Pensiamo proprio di No!

Fatta salva l’idea di promuovere la tutela ambientale ed il valore dell’acqua nelle scuole riteniamo il gestore del SII per nulla adatto a tale ruolo. Sentire infatti parlare Acqualatina di risparmio idrico quando le perdite idriche nella rete del sud pontino arrivano a circa il 70% della portata immessa in rete ha del ridicolo! Perché il risparmio d’acqua ottenuto dal cittadino attraverso le buone pratiche (che vanno sicuramente applicate!) è infinitesimamente ridotto rispetto a quanto il gestore potrebbe fare e non fa! Aiutato in questo dalla complicità di parte dei sindaci di ATO4, sostenitori di un operato omissivo, eccetto poche lodevoli eccezioni, che hanno consentito l’aumento delle tariffe ed il risparmio sugli investimenti, portando alla crisi idrica dell’estate 2017, giustificata con la mancanza di piogge ed invece da addebitare alla cattiva gestione della rete da parte di Acqualatina. Ma quello che risalta ad occhi indipendenti è la follia dei sindaci indifferenti di fronte all’enorme conflitto d’interesse ed il pericolo per l’alunno – il nostro futuro cittadino – lasciato solo nelle mani del gestore, interessato per definizione a massimizzare i suoi profitti, quindi assolutamente restio a spiegare i diritti ed i poteri nelle mani dei futuri utenti e per questo avversari. Quindi se chi ha interesse ad avere utenti mansueti, chi insegnerà i diritti sanciti dalla carta del servizio idrico? Cio’ conferma inoltre il fatto è che i nostri eletti sono sempre più indegni rappresentanti dei cittadini, incapaci di dare dignità al pubblico potere sempre più succube dell’impresa che da tempo ha dimenticato la responsabilità sociale della sua attività, come stabilito dall’articolo 41 della Costituzione. Con tutti i danni che tale mancanza sta da tempo causando, sia dal punto di vista sociale che ambientale.

Invece in questi anni i sindaci di ATO4 hanno fatto salti mortali per dare continuità al sistema Acqualatina, creato da gruppi di interessi che agiscono nascondendosi dietro ad un’idea liberista di mercato unico regolatore dell’economia; che vede le istituzioni asservite – come si deduce dai provvedimenti legislativi votati dal Parlamento – alle multinazionali dell’acqua. Una vera e propria democrazia sospesa.

Questo sistema è irriformabile. Da anni sosteniamo la necessità di riprendere la lotta contro la privatizzazione dell’acqua. Liberare l’acqua, farla tornare pubblica, nostra, di tutti, è l’obbiettivo che i cittadini devono porsi per liberare le persone dalle distorsioni delle logiche del mercato. E questo non potrà che avvenire con il blocco dei pagamenti delle bollette al gestore. D’altronde i fautori della privatizzazione delle risorse idriche considerano i diritti della proprietà privata prioritari rispetto ai diritti della collettività. Conta cioè prima il diritto di pochi di fare profitto sull’acqua e poi quello di tanti di poter accedere all’acqua, indipendentemente dal reddito. Una schiavitù che paghiamo tutti i giorni. Per questo non possiamo che chiedere il ritiro del progetto educativo di Acqualatina, affinché sia affidato ad un ente terzo ed imparziale che insegni veramente l’educazione civica ai futuri cittadini, a cui non possiamo che augurare di vedere un giorno un sistema idrico accessibile a tutti, pagato il giusto prezzo e libero dal profitto.

 

Circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

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