La deportazione degli invalidi civili presso l’inps di Latina

Dallo scorso primo novembre tutti coloro che devono presentare la domanda per ottenere la pensione di invalidità civile (ma anche di cecità,di sordità e handicap), e che invece prima erano sottoposti a visita presso la Asl di Gaeta, devono recarsi presso la sede Inps di Latina. 

Questa decisione è stata ratificata da una convenzione firmata tra la regione Lazio di Zingaretti, l’Asl di Latina e l’Inps.

La cosa grave è che si poteva almeno prevedere la visita presso l’ufficio Inps più vicino (Formia e Terracina) ed invece nulla di ciò è stato fatto, perché ai piani alti sono così impegnati a tagliare che perdono di vista la tutela dei cittadini, in particolare delle fasce meno abbienti e di quanti soffrono di patologie invalidanti.

E’ utile sottolineare a tal proposito il differente atteggiamento per il trasferimento della sede Inps da Formia a Gaeta (appena 10 Km) e le aspre polemiche che ne sono seguite, più per buttarla in cagnara che per una vera soluzione.

L’invalido in quanto tale ha difficoltà ad arrivare a Latina, anche per l’inefficienza del trasporto pubblico e lo stato penoso delle strade che dal sud pontino portano al nostro capoluogo.

Un vero e proprio calvario calvario lungo 150 Km tra andata e ritorno che mette a dura prova la vita – nel senso letterale del termine –di quanti sono comunque costretti a farlo per necessità.

Senza poi considerare le patologie che impediscono, o rendono comunque difficoltoso, il trasporto di un invalido, anche quando si è fortunati ad avere un parente disponibile a dare una mano.

Mettersi nei loro panni non dovrebbe essere poi così difficile.

D’altronde il vero obiettivo che si nasconde dietro quest’assurda scelta è di rendere sempre più difficile l’accertamento della invalidità e quindi negare il riconoscimento del diritto alle seppur misere provvidenze economiche che lo stato riconosce agli invalidi. Una vera e propria gara ad eliminazione.

Ancora una volta lo Stato e i suoi organi periferici mostrano il loro vero volto e di certo non si sposa con quello che è il dettato costituzionale.

Vogliamo darci una mossa oppure aspettare inermi che ci tolgano tutto? Il processo di spoliazione del nostro territorio dei servizi di interesse generale non è irreversibile ma necessità di una collettività che sappia far valere i propri diritti.

E su questo siamo in forte ritardo, soprattutto se continua a trionfare la cura del proprio orticello e non l’interesse generale.

Circolo “ENZO SIMEONE”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

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