La cementificazione selvaggia di Formia continua ed il comune che fa? Mette la testa sotto la sabbia

Lo scorso gennaio sull’albo pretorio della regione Lazio sono state pubblicate due determine, la G269 e la G270, che riguardano due piani di lottizzazione: “VIA SOLARO” (superficie complessiva 2077 m2 di cui 1430 a privati e 647 a standard, per un insediamento di 72 abitanti in un volume di 5720mc) e “EX FORNACE D’AGOSTINO”(superficie complessiva 13609 m2 di cui 8111 a privati e 5498 a standard, per un insediamento di 304 abitanti in un volume di 24333mc) proposti da un unico proprietario la società “Immobiliare Tirreno”. Lo scopo presunto dei piani è lo stesso«riqualificazione urbanistica di aree in stato d’abbandono”,poste nella “Ex Fornace D’Agostino” ed in adiacenza alla ferrovia. Si prevede un insediamento di complessivi n. 376 abitanti,che interessa un’estensione territoriale pari a 15686 con la realizzazione di edifici di n. 4 piani fuori terra, e una dotazione di standard pubblico pari a complessivi 5.498 mq”. Visto l’impatto la Regione sottolineando in più punti la carenza del rapporto preliminare non poteva che assoggettare entrambi gli interventi a Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

Di criticità nella zona c’è ne sono ad ufo (usum fabricae operis)perché si siamo in zona di tutela della sorgente Mazzoccolo, in zona ad alto valore paesaggistico per una serie notevole di vincoli, in un comune classificato B nel Piano Regionale di Risanamento della qualità dell’aria (DCR 66/2009), ovvero con effettivo accertato superamento del limite da parte di almeno un inquinante (Biossidi zolfo e azoto, Benzene, PM10-25 etc.), tuttavia la Regione evidenzia come il rapporto preliminare non indaga né verifica a sufficienza le fasi e modalità di demolizione delle strutture e di bonifica dell’area; oppure per quanto concerne l’area destinata a parco pubblico acquisita dal Comune una volta attuato il PdL vi sia solo l’individuazione delle aree prescelte (cfr. pag. 92 del R.P.) senza valutarne l’impatto con il PDL e le modalità di realizzazione del futuro Parco pubblico, nel cui perimetro sembrerebbero ricadere strutture esistenti di cui non si comprende il destino. Anche in materia ambientale si evidenziano «rilevanti criticità o impossibilità di valutare significatività degli impatti vista la carenza di informazioni riportate nel R.P., sulle componenti ambientali interessate con particolare riguardo alla componente“paesaggio”, alla componente “risorsa idrica” e rifiuti”,criticità che secondo l’incidenza ambientale-impatto potrebbero determinare possibili impatti significativi sulle componenti stesse derivanti dalla proposta in esame». Lo stesso vale per la tutela paesaggistica; l’area è caratterizzata da una sensibilità paesistica alta, poiché l’intervento proposto non è coerente con le norme di tutela.

Mala cosa che lascia più interdetti è – da un lato – leggere l’osservazione ARPA che evidenzia il rischio di valutare come poco significativi impatti di un singolo piano, che diversamente potrebbero essere importanti se sommati a quelli di piani adiacenti; dall’altro vedere il Comune procedere alla richiesta di due VAS separate per due piani proposti dallo stesso proprietario, distanti poche centinaia di metri.

Delle due una: o siamo noi ad avere preso un abbaglio e se cosi fosse chiediamo scusa; oppure viviamo in un Comune di addormentati dove le cose vanno un po’ alla rinfusa. Se fosse vera la seconda ipotesi,riteniamo assolutamente grave l’atteggiamento dell’amministrazione dal sindaco e dalla giunta all’ultimo impiegato dell’ufficio tecnico che lasciano passare dei piani senza chiedere i necessari approfondimenti alla proprietà circa l’effettiva realizzazione degli standard urbanistici che significano qualità della vita per la città. A questo vorremmo aggiungere che i due PDL interessano una zona in cui dovrebbe passare quella che un tempo veniva definita “via delle Fornaci”, in cui un mese si e l’altro pure chiediamo venga realizzata per attenuare l’insopportabile traffico che attanagliala città e che causa un ritardo di 20 minuti per passare da San Pietro alla stazione ferroviaria, con tanti saluti ai pendolari,vittime sacrificali di un’idea di sviluppo urbanistico che ha fatto fin troppi danni. Questo sempre in attesa di una variante di Piano Regolatore che aleggia in aria da ormai quasi 20 anni senza che alcun consiglio comunale sia stato in grado di approvarla! In un comune dove tra l’altro il livello percentuale di suolo consumato è ben maggiore rispetto quello del resto della provincia di Latina (10,28%- dato 2016).

Ma insomma vogliamo darci una svegliata? E’ possibile che tutti dormano mentre il futuro della città viaggia verso la tragedia!

Circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

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