Le colpose omissioni del consorzio industriale sono vergognose

All’interno dell’agglomerato INDUSTRIALE DI PENITRO – gestito dal Consorzio sviluppo industriale del sud pontino – è presente una rotonda, all’interno della quale è stata ricavata un’area verde attrezzata con annessi giochi per i bambini. Peccato che da anni si trovi in uno stato di completo abbandono e quindi è inaccessibile per i piccoli abitanti della zona. Eppure con poche migliaia di euro si potrebbe dare all’area una sistemazione degna di tale nome, in modo da dare la possibilità agli abitanti del quartiere – piccoli e grandi – di avere un luogo pubblico dove poter giocare ma sopratutto socializzare. Evidentemente i geni che governano – ininterrottamente da anni – l’ente regionale sono troppo presi dai mega-progetti, per preoccuparsi di spendere quattro spicci per un quartiere divenuto ormai un polmone abitativo di un certo rilievo, ma purtroppo privo di strutture pubbliche di rilievo. D’altronde l’efficienza dell’ente che ha sede a Gaeta è risaputa. Come non dimenticare il caso della littorina Formia-Gaeta che avrebbe dovuto collegare le due città rivierasche e che nonostante siano stati spesi milioni di euro rimane purtroppo chiusa. Sono oltre due decenni che politici di ogni colore e di ogni ne promettono la riapertura. L’ultima promessa è arrivata lo scorso marzo, quando il presidente del Consorzio per lo sviluppo industriale del sud pontino, Salvatore Forte e Mario Martino, delegato alla progettualità dell’opera, hanno assicurato che entrerà in funzione per il 2020. Secondo quanto previsto dall’”addendum” al piano operativo Fondo sviluppo e coesione infrastrutture 2014 – 2020, approvato dal Cipe, dei ben 34 milioni complessivi previsti , circa dieci sono destinati alla ultimazione della tratta ferroviaria Formia-Gaeta. A noi sembra che i politici che in teoria dovrebbero tutelare gli interessi della comunità che li elegge, abbiano abdicato a tale ruolo e sono alla ricerca di un proprio orticello, con il quale provare a sostenere le proprie fortune personali. Alla fine vorrà dire che avrà avuto ragione il presidente della regione Lazio a volerne la chiusura.

D’altronde – allargando il discorso alle grandi opere formiane – quella della tratta ferroviaria Formia-Gaeta non è la sola che lascia l’amaro in bocca e una certa incazzatura.

Probabilmente si vuole ripetere quanto è avvenuto per la pedemontana, che avrebbe dovuto risolvere l’annoso problema del traffico che attraversa e paralizza la nostra città, ma anche del porto turistico che avrebbe dovuto realizzare l’ex-senatore democratico Ranucci e la cui mancata realizzazione potrebbe portare il nostro comune al dissesto finanziario, a causa della richiesta di risarcimento danni presentata dalle aziende subentrate al consorzio capitanato dalla società del nostro illustre concittadino, tanto illustre da essersi meritato la cittadinanza onoraria.

Circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

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