La morte di un operaio non è solo fatalità
Nella giornata di Martedì 6 Novembre, durante lo svolgimento del suo lavoro, è morto Vincenzo Capasso, di 52 anni di Napoli.
La morte è dovuta ad una caduta dal quarto piano del ponteggio della facciata di un palazzo di via Palazzo – Condotto.
Ai suoi cari esprimiamo tutto il nostro cordoglio per una sorte così tragica, resa ancor più insopportabile dalla consapevolezza che questo triste epilogo si sarebbe dovuto evitare, perché non è più ammissibile che si muoia ancora sul posto di lavoro.
La dinamica dell’incidente non è ancora chiarissima ma probabilmente la caduta dall’alto significa che era privo di tutti i dispositivi di protezione individuale, necessari proprio ad impedire che tale disgraziata ipotesi.
E’ ovviamente possibile che si voglia far ricadere la colpa sull’imperizia dell’operaio, così da nascondere le responsabilità di chi era tenuto a vigilare, ma non l’ha fatto.
Diversamente da chi opererà in tal senso, riteniamo che l’ennesimo tributo di sangue pagato dai lavoratori sia la conferma della totale assenza di regole e dell’incuria con cui sono condotti i lavori nel comune di Formia e di quanto scarsa sia la vigilanza da parte degli organi preposti, così da garantire di fatto il perpetuarsi di situazioni di pericolo a danno di chi è chiamato ad effettuare i lavori.
Quante volte in questi anni abbiamo denunciato irregolarità presenti nei cantieri di Formia? Quante volte abbiamo sollecitato l’amministrazione comunale affinché intervenisse per rimediare alla dilagante illegalità che si diffonde nelle attività edilizie del territorio? Innumerevoli, ma purtroppo non siamo stati mai ascoltati.
L’attuale amministrazione, invece di raccogliere il sollecito infatti, come al solito, ha preferito tirare diritto, senza un benché minimo straccio di provvedimento che riducesse i cantieri irregolari. Ancora oggi esistono, all’interno della città, aree con lavori in corso di cui non si capisce nulla se non che sono in corso dei lavori, mentre nulla si sa su cosa si fa e quando finiranno.
L’assenza dei cartello di cantiere, obbligatorio per legge, è la punta dell’iceberg di una situazione insostenibile in un paese che si ritiene civile, soprattutto quando poi ciò riguarda cantieri dove il committente è un ente pubblico quale il comune.
Gli ultimi due casi in ordine di tempo sono in pieno centro: Il primo è il cantiere presente a piazza Aldo Moro ed il secondo è il cantiere per i lavori di rifacimento del marciapiede che si trova di fronte alla scuola “De Amicis” (mentre scriviamo ci hanno comunicato che il cartello è miracolosamente apparso)
Purtroppo in entrambi i casi abbiamo potuto verificare con i nostri occhi che il cartello di cantiere è inesistente. Non osiamo immaginare in quale condizioni lavori il personale.
La domanda che ci siano più volte posti è: “Cosa si nasconde dietro l’assenza del cartello? Non possiamo pensare che sia sola una questione economica, visto che un cartella del genere costerà a mala pena qualche decina di euro”.
Riteniamo che la morte, e gli infortuni nei cantieri edili, non siano il frutto della sola sfortuna, ma proprio del mancato rispetto della normativa vigente e quindi vanno verificate, dagli organi inquirenti, quali sono le responsabili di chi doveva vigilare.
Invitiamo l’amministrazione ad aumentare il servizio di vigilanza degli uffici preposti , affinché siano scongiurati altri tristi eventi delittuosi come quello che ha colpito la famiglia Capasso.
Di lavoro non si deve più morire.
Gennaro Varriale
Segretario del Circolo “Enzo Simeone”
Partito della Rifondazione Comunista
Formia