La crisi idrica terminata? Ma in quale paese abitano questi signori?

Come al solito, l’amministrazione Forte, invece di mettere al muro Acqualatina, accusandola per le pesanti omissioni che hanno causato lo stato di crisi nella nostra città, si presta al gioco dei tanti che vogliono far finta che nulla sia successo. In questo ottica si rende protagonista di una conferenza stampa nella quale viene fuori che la colpa della crisi idrica è del “padreterno”. Queste sono le testuali parole pronunciate dal sindaco Michele Forte, che in compagnia dell’ex consigliere di amministrazione Pino Simeone e del direttore operativo di Acqualatina Cima, ha provato a minimizzare le responsabilità del gestore, che invece a nostra avviso sono pesantissime.
Nell’occasione invece del soccorso del centrodestra ci saremmo aspettati le dimissione del direttore operativo di Acqualatina, a cui sono da addebitare, visto il ruolo che ricopre e lo stipendio che riceve, tutte le colpe per le conseguenze del danneggiamento della centrale di pompaggio.
Ricordiamo, infatti, che è stato completamente smantellato il sistema di controllo che era stato in precedenza messo in piedi, quando l’acqua proveniente dalla sorgente di Mazzoccolo era gestita dal comune di Formia, e che prevedeva la presenza di personale 24 su 24, proprio per l’importanza della centrale idrica andata in tilt. Ed invece, con Acqualatina si è pensato bene di eliminarlo, probabilmente proprio per la poca considerazione che il gestore ha dei diritti dei cittadini di Formia. Peccato che la colposa superficialità con la quale è stata gestita tutta la questione abbia provocato non solo ingenti danni alla centrale idrica, ma anche ai cittadini, molti dei quali hanno dovuto mettere mano al portafoglio, dovendo acquistare l’acqua in bottiglia.
Addirittura, si è voluto far passare l’idea che la gestione dell’emergenza idrica sia stata impeccabile, falsificando completamente la realtà, che invece ha per molti significato dover subire un gravissimo disagio.
Siamo convinti che la cattiva gestione della crisi idrica sia stata creata ad arte, per causare un’emergenza tale da giustificare nuove spese da accollare alla collettività.
Per questo, pretendiamo di sapere a chi verranno addebitati i costi a cui siamo stati costretti a causa di un gestore che ci ha venduto la favoletta di essere in possesso delle capacità ed invece alla prova dei fatti si è dimostrato di non essere all’altezza del compito a cui è stato chiamato dal centrodestra della provincia di Latina, e cioè la gestione dell’acqua in cambio di “appalti” e “posti di lavoro” ai propri sodali.
Che poi la crisi idrica sia terminata è un’altra favoletta che ci viene raccontata. Basta leggere il comunicato di Acqualatina del 2 Novembre, poi pubblicato sul sito del comune di Formia, nel quale è chiaramente scritto che “si ricorda tuttavia che, a causa delle forti piogge passate, si stanno ancora verificando dei fenomeni di torbidità nei Comuni interessati. Sarà nostra cura dare pronta informazione in merito all’evolversi degli eventi”.
Ed allora? Ma a chi la volete dare a bere? L’acqua non solo deve uscire dai nostri rubinetti, ma deve essere potabile, perché così è previsto dal contratto, oppure dobbiamo pensare che nel contratto sia stata inserita l’ennesima clausola vessatoria, con la quale si dà la possibilità ad Acqualatina di fare il bello ed il cattivo tempo anche per quanto riguarda la somministrazione?
Nei prossimi giorni sono previste nuove precipitazioni ed è facile immaginare che aggraveranno l’attuale situazione di disagio, arrecando nuovi danni a noi cittadini, perché se fino ad oggi il servizio non è stato altezza, non è possibile che migliori dall’oggi al domani.
Da parte nostra siamo convinti, aldilà di tutte le chiacchiere che sono state fatte, che un’amministrazione comunale all’altezza del compito dovrebbe provvedere alla rescissione unilaterale del contratto, a causa delle grave mancanze da parte del gestore nell’espletamento del servizio, e non perdere tempo ad organizzare una conferenza stampa ad uso e consumo di Acqualatina, facendola passare per vittima e non per colpevole.
A nostro avviso ci sono tutti gli estremi, manca la sola volontà politica, ma d’altronde come è possibile chiedere alla pecora di trasformarsi in lupo?

Gennaro Varriale
segretario del circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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