La nostra solidarietà agli attivisti del comitato contro Acqualatina

Nei prossimi giorni due attivisti del comitato spontaneo di lotta contro Acqualatina si dovranno recare presso il tribunale di Gaeta per difendersi dall’accusa di aver ingiuriato gli allora amministratori di Acqualatina.

Le parole per cui verranno giudicati erano a commento degli arresti effettuati il 23 gennaio del 2008 dagli uomini della Guardia di Finanza, su ordine del tribunale di Latina e che vedevano coinvolti Paride Martella, Silvano Morandi, Raimondo Besson, Giansandro Rossi, Bernard Cyna e Luis Marie Pons, allora incaricati di gestire per conto dei politici pontini e di Veolia, la società che gestisce il servizio idrico.

Le imputazioni gravissime: «Associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica in appalti pubblici, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche». Indagine poi archiviata, per cui gli indagati non hanno dovuto presentarsi davanti ad alcun giudice, cosa che invece toccherà fare ai due attivisti.

E’ ormai chiaro a tutti quali sono i mezzi a cui ricorre Acqualatina per mettere paura ai suoi oppositori. Tanti cittadini hanno dovuto fare i conti con questi metodi: il distacco dell’acqua, poi riconosciuto illegittimo, le clausole vessatorie, anche quelle riconosciute illegittime, ed in ultimo le aule dei tribunali. Probabilmente, l’obbiettivo della denuncia è di lanciare un messaggio, di natura intimidatoria, a chi in questi anni ha messo i bastoni tra le ruote alla macchina da guerra creata dalla politica pontina per arricchirsi alle spalle dei cittadini.

Due attivisti rischiano di essere condannati per aver scritto ciò che pensano migliaia di cittadini. La loro condanna sarebbe una sconfitta per tutti noi comuni cittadini ed una vittoria per una classe politica che continua a considerare Acqualatina il proprio cortile di casa.

Non possiamo, in questo caso, non citare i tanti politici che hanno assunto ruolo di primo piano all’interno del consiglio di amministrazione di Acqualatina, tutelando gli interessi del socio privato e per nulla quello dei cittadini.

Un atteggiamento grazie al quale hanno potuto ricavare lauti stipendi. Il primo che ci viene in mente è il senatore Claudio Fazzone, che ha incassato circa 500mila euro per aver ricoperto prima il ruolo di consigliere di amministrazione e poi quello di presidente della società italo-francese; l’attuale presidente del consiglio comunale di Formia Pinuccio Simeone, per anni consigliere di amministrazione, che per questo ha incassato circa 350mila euro; l’assessore provinciale e consigliere comunale a Minturno Gerardo Stefanelli, anche lui consigliere di amministrazione, e ancora una lunga serie di politici tutti targati centrodestra.

In particolare, nell’azione spartitoria, si è distinto il Pdl, lo stesso partito che nella regione Lazio è nell’occhio del ciclone, in quanto il suo ex capogruppo regionale, Franco Fiorito, è accusato di di peculato, per aver utilizzato fondi pubblici per spese difficilmente giustificabili come attività politica e che probabilmente si estenderà ad altri suoi colleghi di partito.

Attualmente, siedono nel consiglio di amministrazione di Acqualatina Igor Ruggeri (UDC) e Giovanni Terlizzo (PDL), mentre Pinuccio Simeone (PDL) si è dovuto dimettere per ricoprire l’incarico di presidente del consiglio comunale di Formia.
Concludiamo esprimendo a Delio e Marcello tutta la nostra solidarietà, ancora capaci di intendere l’impegno civile e politico in tutta la sua purezza, senza pretendere in cambio poltrone, stipendi o privilegi. Grazie di cuore

Gennaro Varriale
Segretario del Circolo “Enzo Simeone”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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