Diciamo basta al silenzio della politica sulla diffusa illegalità
Il decreto di sequestro preventivo della lottizzazione abusiva di Acquatraversa è convalidato. Le irregolarità emerse nell’iter che d’approvazione di questo progetto che, in un sol colpo ha superato controlli e verifiche: del PRG, del consiglio comunale, dei piani paesistici ed, addirittura, del loro stesso “Piano casa”, confermano quanto noi sosteniamo e combattiamo da tempo: il diffuso stato di illegalità nell’attività edilizia sul territorio comunale. Nel tempo abbiamo segnalato irregolarità nei cantieri di lavori pubblici e privati, allo stesso tempo abbiamo segnalato il pericolo che si cela dietro il famigerato “piano casa”.
Ogni volta, abbiamo riscontrando il silenzio superbo ed arrogante dei responsabili dell’amministrazione che mai hanno spiegato o risolto quanto denunciato. Oggi, il presidente del consiglio comunale Erasmo Picano, progettista dell’immobile, ed il dirigente del settore “Urbanistica ed Edilizia”, Roberto Guratti architetto di fiducia del sindaco Forte e del vicesindaco Assaiante, sono coinvolti in un indagine dai tratti inquietanti, che svelano l’arbitrio dell’amministrazione della res – pubblica.
Ripensando all’ineffabile presidente Picano ed al sindaco Forte, viene in mente un frase celebre del marchese del Grillo “io sono io e voi non siete … “nessuno””, cosi nella Roma papalina, cosi è nella Formia del 2000, dove il 99% dei cittadini sono alle prese con controlli puntigliosi delle opere più insignificanti e l’1%, pochi “eletti”, possono permettersi di costruire in riva al mare o sopra il monte di Mola in barba alle leggi dello stato ed ai controlli dovuti. Ad esempio, e non a caso, quelli dei vigili urbani – guidati dalla sorella dell’ingegnere Picano – che paiono agli occhi di molti tanto solerti verso i comuni cittadini ed alquanto distratti verso i lavori di chi “conta”.
Purtroppo, abbandonando, gli esempi eclatanti nutriamo il forte timore che questa sia la punta di un iceberg, che i canali oliati da questi illustri signori, possano essere impiegati da altri portatori di “interessi” di ben altra natura. A tal proposito, ricordiamo che nel dicembre del 2011, nell’ordinanza di custodia cautelare che colpi alcuni esponenti del clan Bardellino, emerse la testimonianza di Raffaele Piccolo, collaboratore di giustizia, che dichiarava come uno degli arrestati “aveva molte influenze sul comune di Formia, nel senso che riusciva ad avere l’attribuzione degli appalti pubblici a favore delle ditte a lui riconducibili”.
Oggi a Formia, chi è chiamato a rappresentare la città e la legge è il primo a non rispettarle. Basta pensare al comizio del sindaco nella campagna elettorale del 2003, quando, affermo pubblicamente di essersi assunto davanti ai giudici la responsabilità di aver fatto trasformare 1300 depositi agricoli in villette, rischiando per questo la galera.
Oggi l’aria di Formia è insopportabile, è giunto il momento che chi crede che si debba dare una nuova dignità alle istituzioni faccia sentire la propria voce contro chi afferma contro ogni evidenza: “va tutto bene!”, e sostiene di voler difendere il buon nome della città ed il “turismo”, accusando gli altri di disfattismo.
Di fronte ad alla politica che sembra voler difendere se stessa chiederemo al prefetto di Latina di sollecitare il ministro dell’interno affinché nomini una commissione di accesso agli atti per verificare l’esistenza di eventuali condizionamenti criminali nell’attività amministrativa comunale, verificando l’eventuale presenza negli uffici di dipendenti, che antepongono il proprio arricchimento all’interesse della pubblica amministrazione. Con la Speranza che il nostro tentativo in un modo o nell’altro serva ad allontanare quella sfera di corruzione e malaffare che entra nella politica locale, la criminalità celata dietro di essa ed il mondo imprenditoriale che se ne serve.
Vogliamo verità, chiarezza e trasparenza, a garanzia della vita civile e democratica del Paese, perché la politica sia sana e centrata sugli interessi collettivi e non personali.
Prima di ciò, per evitare che nuove indagini gettino ancora fango sulle istituzioni, facciamo appello ai consiglieri comunali affinché chiedano al presidente Erasmo Picano di dimettersi per l’importanza del ruolo che riveste ed il rispetto che deve avere verso la città, di cui è al servizio.
Nell’eventualità che il consigliere Picano non accolga l’invito, chiediamo ai consiglieri di non partecipare ai consigli comunali convocati dall’attuale presidente. Per gli stessi motivi chiediamo all’architetto Guratti di lasciare il suo incarico, fino a quando non sarà chiarita la sua posizione dalle indagini, perché è necessario che il settore “Urbanistica ed Edilizia” sia al riparo dalle ombre portate da atti illegali.
Rimaniamo in attesa inoltre dei risultati del nuovo filone di inchiesta che vede sotto la lente della magistratura i lavori di riqualificazione dell’ex pastificio di proprietà, a quanto ci risulta, della famiglia del consigliere comunale Stefano Paone.
Gennaro Varriale
segretario del Circolo “Enzo Simeone”
partito della Rifondazione Comunista
Formia