Acqua, sia fatta la volontà del popolo
Il tentativo della chiusura dei contatori ai danni di alcuni cittadini di Formia non ha fatto che confermare quanto stiamo dicendo da tempo e cioè che la vera padrona della nostra città è Acqualatina, che si permette di fare il bello ed il cattivo tempo, senza alcun riguardo per quelli che sono i diritti dei cittadini che la popolano. Nel caso dell’acqua è ancora più grave perché non solo riguarda un bene essenziale ma anche perché siamo davanti ad una palese illegalità, visto che la cessione della gestione del servizio idrico ad un privato è avvenuto con modalità che nulla hanno a che fare con quanto previsto dalla legislazione corrente.
Lo conferma la sentenza depositata il 1 dicembre 2011 dalla V Sezione del Consiglio di Stato, che nel respingere il ricorso di Acqualatina contro la regione Lazio, accusata di non essersi voluta sostituire ai comuni di Aprilia, Cori, Amaseno e Bassiano commissariare i comuni di Aprilia, che non avevano voluto votare la convenzione di gestione, che avrebbe regolato i rapporti tra gli stessi ed il nuove gestore privato, cioè Acqualatina.
E’ l’ennesima conferma che la sovranità è dei consigli comunali nella parte che riguarda i rapporti con il gestore idrico e non può un sindaco, o un suo delegato, sostituirsi ad esso. Di fatto la sentenza del Consiglio di stato è la conferma dell’illegittimità con la quale la nostra acqua è stata ceduta dai privati, senza che vi fosse alcun obbligo, motivo per il quale invitiamo tutti i sedicenti difensori di Acqualatina a domandarsi:
E’ più criminale un cittadino che per legittima difesa si rifiuta di pagare chi illecitamente tenta di trarre profitto dall’acqua o chi consente all’attuale gestore di continuare a fare il bello ed il cattivo tempo nella nostra città?”. Oppure :”Perchè ad esempio è stato permesso ad Acqualatina di ricorre all’utilizzo delle cartelle esattoriali, senza che ne avesse titolo?. Oppure: “E’ legittimo che si faccia riferimento ad un regolamento mai votato dal consiglio comunale di Formia?”. Sono domande che aspettano una risposta.
Sfugge poi a più di qualcuno che il consiglio comunale di Formia sul finire del 2007 aveva posto fine a qualsiasi rapporto con l’attuale gestore, votando parere favorevole ad una delibera di iniziativa popolare, che prevedeva la rescissione del contratto e la restituzione degli impianti, con il ritorno della proprietà, della gestione e del controllo del servizio idrico al Comune di Formia.
Poi era intervenuta la provincia di Latina, nella persona del suo presidente Cusani, che aveva ottenuto da un compiacente TAR, la sospensione dell’efficacia della delibera e quindi il ritorno dell’acqua nelle fauci del mostro creato dal centrodestra, mai sazio di svendere i beni pubblici ai privati. Un vero proprio abuso perpetrato ai danni della volontà dei cittadini di dire basta, che però negli anni hanno saputo organizzarsi e resistere, nonostante un clima non dei più favorevoli.
E’ tempo che Acqualatina faccia le valigie e che il servizio idrico torni nelle mani dei suoi legittimi proprietari, cioè i tantissimi cittadini che chiamati al voto il 12 e 13 giugno hanno riaffermato il loro “no” all’attuale sistema clientelare che ha trasformato l’acqua in una merce. Sarà inoltre ora che qualcuno provi seriamente a scoperchiare il vaso di pandora delle infinite illegittimità e/o illegalità che hanno caratterizzato la storia della gestione del servizio idrico targato “centrodestra”.
Nel frattempo avranno tutto il nostro sostegno le lotte dei cittadini contro Acqualatina, anche quelle più radicali, come è giusto che sia per chi, come noi, crede che la battaglia per l’acqua sia il termometro giusto per misurare lo stato della democrazia nel nostro paese.
Gennaro Varriale
segretario del Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia