Il sindaco Forte ed il vicesindaco Assaiante sono esentati dal rispetto del divieto di sosta?

Tutti i cittadini … sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di … condizioni personali e sociali Articolo 3 della costituzione: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di …di condizioni personali e sociali. Noi sappiamo che questo principio, non l’ultimo, il terzo della costituzione è oggi terreno di scontro politico e sociale, aperto e aspro.

Lo sappiamo nella misura in cui domenica 12 maggio alle ore 8:00 saremo chiamati ad esprimerci con la scheda verde sull’abrogazione di una delle leggi ad personam, in particolare l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante “disposizioni in materia di impedimento del Presidente del Consiglio e dei Ministri a comparire in udienza penale”.

Quanti credono che i REFERENDUM IN VOTAZIONE DOMENICA 12 E LUNEDI 13 GIUGNO siano un referendum pro o contro l’attuale Presidente del consiglio sbagliano! E’ in gioco molto di più! con i referendum è in gioco il contratto sociale che è alla base della nostra quotidianità, la base sulla quale i cittadini intendono regolare i propri rapporti, ma soprattutto i giovani il loro futuro. La vulgata secondo la quale l’eletto è legittimato a sovrastare la legge, è un cancro di cui Berlusconi è l’esempio più evidente, ma non è il solo. Senza alcuno sforzo, o andare lontano, basta vivere nella nostra città, per vedere coloro che hanno l’obbligo di servire il popolo sottostando alle leggi, sono i primi a farsene beffe.

Nel pomeriggio di giovedì 2 Giugno i compagni del partito della Rifondazione Comunista impegnati ad affiggere manifesti nei pressi della chiesa di S. Erasmo hanno constatato di persona il parcheggio di una auto vettura di fronte la omonima farmacia, a nemmeno a mezzo metro di distanza da un segnale di divieto di sosta con tanto di avviso di rimozione forzata. Ma, cosa ancor più grave, a poca distanza da una schiera di forze dell’ordine impegnate nel regolare lo svolgimento della processione del Santo patrono.

Ci si sarebbe attesi l’inesorabile fischio e la consueta intimazione all’autista di spostare immediatamente la macchina, se non fosse che con grande sorpresa dalla macchina usciva, dal lato passeggeri, il sindaco Michele Forte e dall’altro il vicesindaco Benedetto Assaiante, con tutta probabilità (stando a quanto detto dai passanti) proprietario dell’autovettura parcheggiata in divieto di sosta.

A rendere la cosa ancor più grave è ciò che accadeva a piazza S. Erasmo, dove nello stesso momento, altri veicoli di semplici comuni cittadini, venivano rimossi con il carro attrezzi a causa del divieto di sosta provvisorio, messo per permettere alla processione di passare senza alcuno intralcio. L’interrogazione è d’obbligo: perché lo stesso provvedimento non è stato preso nei confronti dell’autovettura del vicesindaco Benedetto Assaiante?

Forse qualcosa ci sfugge, tipo un permesso speciale di sosta – in questi giorni terribili per i comuni conducenti. Diversamente sarebbe opportuna una smentita, se non fosse che tutto sia stato immortalato da una macchina fotografica. Altrimenti, delle due l’una: o le forze dell’ordine sopravvalutano la “legittimazione” del sindaco (per usare un eufemismo) – pari di fronte alla legge – o, cosa ancor più grave, sono inadeguate a svolgere i compiti affidati a loro. A loro la risposta. Noi sappiamo solo che quando il veicolo è di un normale cittadino, il comune – a questo punto ingiustamente – esige che sia pagata la contravvenzione, pena il fermo amministrativo della macchina.

A questo punto chiediamo al signor Sindaco, perché si devono pagare le multe comminate dagli autovelox? Questo è l’esempio di quanto la società italiana sia in una difficoltà tale dove chi appartiene alla “casta” beneficia di privilegi impensabili per un qualsiasi cittadino, grazie all’impunità che deriva dalla possibilità di fare la voce grossa nei confronti dei sottoposti. La questione avrebbe poca rilevanza se non fosse che questo meccanismo micidiale, impedisce ai cittadini di aspirare ai propri diritti ed ai nostri figli di desiderare un futuro ad una portata normale.

Allora non c’è da meravigliarsi se L’ultimo rapporto «Doing Business 2009», valutando l’efficienza del sistema giudiziario nel consentire a una parte lesa di recuperare un pagamento scaduto, ci classifica al 156° posto su 181 paesi, dopo Guinea e Gabon, cosa che fa l’Italia maglia nera della giustizia europea. Mentre il parlamento si preoccupa di liberare il premier dai suoi, solo suoi, processi.

La cosa potrebbe apparire superflua se non fosse che questa valutazione è un vero e proprio macigno sulla volontà delle imprese straniere di investire in Italia. Allora è un dovere morale rovesciare questo stato di cose, in un paese dove c’è un parlamento di designati che vota leggi ad personam e amministratori che fanno un po’ come gli pare; è un obbligo dare un segnale di discontinuità votando «Sì» al quarto referendum – scheda verde -.

circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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