A.A.A lavoro cercasi:dove e quando?
Non abbiamo idea di cosa di preciso il nostro sindaco abbia in mente sulla questione lavoro, ma fino ad oggi segnaliamo che non ha fatto veramente nulla per impedire che i lavoratori che risiedono nella città di Formia si sentano soli in un periodo di forte crisi come questo, quando i posti di lavoro perduti si contano a migliaia.
Aveva esordito il nostro sindaco mettendo in mezzo ad una strada i lavoratori della cooperativa “Seas 2000”, che si occupavano di manutenzione di vario genere. La stessa sorte è toccata poi ai lavoratori della cooperativa “Star 2000”, che si occupavano invece di combattere l’evasione tributaria, molto forte nella nostra città.
L’idea della precedente amministrazione era di creare una nuova società, la Golfoambiente, in cui assorbire i dipendenti di entrambe le società; peccato che tra i primi atti del consiglio comunale presieduto dall’ing. Erasmo Picano c’è stato il suo scioglimento: una quindicina di lavoratori, con relativi famiglie, a cui è stato regalato una “brutta lettera di licenziamento”, solo perché il buon assessore Manna aveva considerato la “futura” società capace solo di produrre debiti. Era il lontano luglio del 2008 quando il centro destra compiva il misfatto.
Sono passati gli anni ma evidentemente, come si suol dire, il lupo perde il pelo ma non il vizio, e sotto le forche caudine dell’amministrazione Forte sono caduti i 32 lavoratori della Formia Servizi; un tira e molla tra il Comune e il costruttore del multipiano ha regalato alla città una società in fallimento e ai lavoratori una lettera di cassa integrazione, nonostante alla sua guida, il sindaco Forte, avesse messo due suoi uomini: l’avvocato Lanna, poi precipitosamente dimessosi, ed infine il ragioniere Salvatore Testa. Ad oggi la situazione della società che per lungo tempo aveva gestito la sosta rimane un punto interrogativo, visto che il giudice Lollo ancora non si è ancora espresso sul suo futuro.
Un punto interrogativo che possiamo estendere ai lavoratori dell’Ama Servizi, che iniziano a sentire la terra tremare sotto i piedi, visto che il centrodestra ha deciso che il nuovo appalto verrà messo a gara; in poche parole si vuole privatizzare il servizio di igiene urbana, nonostante un cartello di forze di centrosinistra abbia fatto una proposta perché tale servizio venga svolto da un’azienda speciale, completamente sotto il controllo del consiglio comunale.
Il rischio, e ciò che sta accadendo oggi a Terracina e che è accaduto ieri a Minturno lo conferma drammaticamente, è che una gestione privata penalizzi notevolmente i diritti dei lavoratori, perché non si capisce quali economie possa portare una gestione di tale tipo, se non a discapito dei loro stipendi e delle loro condizioni lavorative. Poi verranno i tanti lavoratori precari impegnati nella sanità, visto che la riforma voluta fortemente dalla presidente Polverini impone tagli nell’offerta dei servizi, che significa di conseguenza tagli agli organici, già di per sé deficitari.
Un discorso che si può estendere ai tanti precari impegnati nelle scuole, il cui numero verrà falcidiato con l’introduzione a pieno regime della riforma Gelmini che ci è stata gentilmente regalata dal governo Berlusconi. Purtroppo nel corso di questi anni abbiamo sentito sempre troppo assente la giunta Forte dall’argomento lavoro:
non lo abbiamo mai sentito vicino in alcun modo ai tanti suoi concittadini che sono dipendenti della Formenti Seleco di Sessa Aurunca che sono da anni in cassa integrazione, e che quest’anno corrono il rischio che non gli venga prorogata, perché non si trovano i fondi;
ai suoi concittadini che sono dipendenti della Fiat di Cassino, un’azienda che ha sempre dimostrato di non avere alcuna considerazione per i loro diritti, tanto che tra i dipendenti serpeggia il timore che si possa fare la fine di Pomigliano e di Mirafiori, dove gli è stato imposto un referendum capestro;
ai tanti suoi concittadini che sono dipendenti della Ginori di Gaeta, un’azienda dalle alterne fortune, che sembra sempre sull’orlo della chiusura, ma che poi fortunatamente riesce a salvarsi in calcio d’angolo, peccato che i dipendenti debbano passare per periodi di cassa integrazione più o meno brevi, con una conseguente decurtazione degli stipendi.
Senza trascurare poi le tantissime piccole aziende, nelle quali i lavoratori hanno contribuito ad arricchire i loro proprietari, per poi essere mandati via, quando i fatturati hanno iniziato a dare segnali di flessioni, lavorando molto spesso in nero e in molti altri casi con forme di contratto che non hanno motivo di esistere in un paese che si vuole continuare a definire civile, ma che forse non lo è più da molto. E la nostra amministrazione cosa fa? Assolutamente niente.
Non abbiamo a memoria notizie di alcun provvedimento preso in favore di chi vive il dramma dell’essere espulso dal mondo del lavoro, oppure di non poter godere dell’intero stipendio, già di per sé misero, perché viene falcidiato dal ricorso alla cig, ordinaria o straordinaria che sia. Nemmeno un misero ordine del giorno con cui esprimere la propria solidarietà . Sarebbe bastato ad esempio – per i cassaintegrati – rinunciare all’addizionale comunale che grava sui loro reddito, forse troppo poco, ma almeno sarebbe stato un buon inizio, la dimostrazione che l’amministrazione comunale non abbandona i propri cittadini nei momenti di difficoltà.
Ed invece l’unico provvedimento di rilievo che il sindaco Forte e la sua giunta prendono è la chiusura dello sportello del CILO, acronimo dietro cui si nasconde il Centro di Iniziativa Locale per l’Occupazione , nato con il compito di aiutare i disoccupati ad orientarsi nel mondo del lavoro ed a chiarire quale è il modo migliore per organizzare il proprio futuro in base agli studi conseguiti o alle esperienze lavorative avute.
Purtroppo non è solo la giunta Forte ad essersi dimostrata incapace di sostenere con forza le famiglie vittime della crisi, ma l’intero centrodestra che domina da anni incontrastato la provincia di Latina ed ora occupa anche la regione Lazio. Il dato che certifica il fallimento della politica industriale di chi ci governa è l’aumento delle ore totali di cassa integrazione passate da 358 a 435 mila, con un aumento percentuale del 21,6% (dato che si riferisce al periodo che va da gennaio 2010 a gennaio 2011), in particolare nell’edilizia settore da sempre trainante per l’intera economia pontina e non sarà di certo il piano casa la giusta soluzione.
Un altro elemento preoccupante è l’aumento del ricorso alla cassa integrazione in deroga, che è l’anticamera del licenziamento, in quanto vi ricorrono in genere aziende che sono alla fine del loro ciclo produttivo ed i cui proprietari non hanno in alcun modo interesse ad alcuna forma di riqualificazione. Nei prossimi mesi ci troveremo alle prese con valanghe di persone che saranno messe fuori dal mondo del lavoro, difficilmente ricollocabili vista l’età.
E’ una storia già vista, solo in provincia di Latina si contano decine di siti industriali dismessi, due dei quali proprio a Formia (Salid e Blue Fish), altri li raggiungeranno presto, se non si cambierà registro. Non vogliamo essere pessimisti ma crediamo che di questo passo la situazione diventerà sempre più insostenibili, vanno trovate soluzioni urgenti e definitivi, non bastano più gli inutili proclami dell’assessore alle attività produttive, e nostro concittadino, Silvio D’Arco.
Concludiamo esprimendo tutta la nostra solidarietà ai lavoratori della Pettinicchio di Sermoneta, della G.L.T di Latina Scalo, della Selex di Cisterna, della Evotape di Santi Cosma e Damiano, della Tacconi Sud di Latina, della Gial di Latina, della exTetra Pak di Latina, della Nexans di Latina, della Dea di Cori, della Son di Sermonera, della Avio Interiors di Latina, ai molti immigrati irregolari che si spaccano la schiena nelle campagne pontine, ai precari della scuola, agli invisibili, cioè a coloro che non entreranno mai in alcuna statistica se non da morti, tutti lavoratori e lavoratrici che non si meritano di essere trattati come inutili orpelli da chi crede che venga prima il profitto e poi il destino di uomini e donne.
circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia