Cantieri edili, la legge della giungla

“Cosa dire di quanto accade in questa città?! Si tratta solo di tanta inguaribile incapacità di far rispettare l’attuale normativa sulla sicurezza oppure della semplice volontà di voltarsi dall’altra parte, pur di non sanzionare chi tale normativa viola quotidianamente?”. E’ una domanda che da sempre ci poniamo quando osserviamo le disastrose condizioni in cui versano i cantieri edili che numerosi popolano Formia.

Ovviamente non ci aspettiamo alcuna risposta, perchè significherebbe l’assunzione di una qualche forma di responsabilità, una grana che nessuno vuole prendersi, soprattutto per non turbare gli equilibri tra la classe imprenditoriale che negli anni ha preso possesso della città, e l’amministrazione, passata e presente che sia.

Non si spiega altrimenti il silenzio che ricevono le nostre continue denunce, che presto troveranno spazio in una mostra fotografica che allestiremo, tanto per ricordare ciò che avviene nei luoghi di lavoro ai più distratti.

L’ultimo caso che abbiamo documentato è il cantiere che si trova in via Felice Tonetti, la strada che collega via Vitruvio con la pinetina di Vindicio, subito dopo aver percorso la prima curva, in prossimità del cavalcavia della litoranea, ne abbiamo trovato uno che è veramente la dimostrazione di una città allo sbando, priva com’è di qualsiasi regola.

Presumiamo che si tratti di un’opera tesa al consolidamento delle sponde del rio che, proveniente da S.Maria la noce, scorre parallelo alla strada, deduzione che ci viene dall’abnorme presenza di pietre di notevoli dimensioni, ma ovviamente mancando qualsiasi indicazione certa rimane una mera ipotesi.

Un’opera al quanto misteriosa, basti pensare che il cantiere di cui scriviamo è caratterizzato:

1. dall’assenza del cartello di cantiere nel quale devono essere riportati, così come previsto dal Regolamento edilizio comunale: i nominativi del committente, del costruttore, del direttore dei lavori; nonché dai nominativi del coordinatore per la progettazione e per l’esecuzione dei lavori, come prescritto dall’articolo 90 del Testo Unico in materia di sicurezza e salute dei lavoratori;

2. dalla mancanza della segnaletica -come prescritto dall’articolo 15 e 163 del Testo Unico in materia di sicurezza e salute dei lavoratori, necessaria ad avvisare che nelle prossimità ci possono essere situazioni di pericolo, vista la sua presenza.

Com’è noto, l’art. 27, comma 4 del Testo Unico in materia di attività urbanistica ed edilizia, prevede che “quando nei luoghi dove vengono realizzate le opere non sia installato il cartello di cantiere, gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria devono darne immediata comunicazione all’autorità giudiziaria, al presidente della giunta regionale ed al comune, che verifica la regolarità delle opere e dispone gli atti conseguenti”.

Pensate che qualcosa del genere sia avvenuto? Essendo ancora in stato di totale abbandono crediamo di avere la risposta pronta: “no”.

Sarebbe utile sapere cosa pensano di fare i nostri amministratori per metterlo in sicurezza, impedendo ad estranei l’accesso, essendo tra l’altro il cantiere in prossimità di una scarpata.

Un discorso che va esteso anche agli altri cantieri presenti sul nostro territorio, perché quello che noi denunciamo non è un eccezione, ma la normalità, sia per quanto riguarda le prescrizione in materia di segnaletica e sia per le condizioni dei lavoratori che lì svolgono le proprie manzioni.

Molto spesso non sono solo sprovvisti delle Dotazioni di Protezione Individuale (DPI) ma anche irregolari, cosa che li pone nella condizione di massima esposizione al rischio (turni massacranti, lavori pesantissimi,….), non potendo dire di no al proprio padrone.

Condizioni del genere fanno si che il nostro paese, nonostante che abbia una delle normative più all’avanguardia, nel settore della prevenzione, abbia allo stesso tempo il primato dei morti sul lavoro tra i paesi cosiddetti “sviluppati”.

Le morti sul lavoro non sono purtroppo un fenomeno legato al caso, ma il frutto della colpevole sottovalutazione dei rischi legati alla pericolosità delle lavorazioni che avvengono in un cantiere e dei mancati controlli che sanzionino duramente le omissioni.

Nel 2009 in Italia sono rimaste per la prima volta, dopo anni, sotto quota mille, tre per ogni giorno feriale, e secondo l’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) il calo non è dovuto al miglioramento delle condizioni dei lavoratori, ma dalla crisi e al rallentamento dell’economia.

Apprendiamo inoltre che nei giorni 20 e 21 ottobre si terrà, presso la sala Sicurezza , un corso di informazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, forse sarà l’occasione da parte dell’attuale amministrazione per spiegare come mai si continua a permettere le violazioni da noi denunciate.

Gennaro Varriale
responsabile politiche sociali e del lavoro
circolo “Enzo Simeone”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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