Incidenti sul lavoro: “un assurdo stillicidio”

L’incidente capitato nei giorni scorsi ad un operaio edile, nella nostra città, ci ricorda quanto sia drammatica la situazione della sicurezza sui posti di lavori. Lasciando alla magistratura l’accertamento sulle responsabilità dell’episodio ed augurando al lavoratore una pronta guarigione, ci preme fare alcune osservazioni sull’assurdo stillicidio di cui sono vittime i lavoratori e su quanto pochissimo venga fatto nel settore della prevenzione.
In materia di sicurezza del lavoro il settore edile, detiene un ruolo prevalente nella casistica di dati circa gli infortuni ed il livello di mortalità sul lavoro,soprattutto in una realtà come la nostra, che vede il settore edile caratterizzato da numerose micro-aziende, molto spesso a conduzione familiare, e piccole/medie aziende, che lavorando in molti casi in subappalto, e quindi con margini ridottissimi di guadagno, che hanno spesso poco interesse e poca disponibilità economica ad investire in sicurezza. Ad aggravare la situazione il diffusissimo lavoro in nero, con percentuali indegne di un paese civile, che espone i lavoratori a gravi rischi che possono causare pericolosi incidenti ed infortuni. La nostra città è invasa da cantieri edili, visto che l’unico settore che ancora sembra tirare è quello delle costruzioni, tralasciando la nostra critica ad una gestione dissennata del territorio e ad una politica di palazzo che la favorisce, cogliamo l’occasione per fissare la nostra attenzione proprio sul capitolo “sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro”. Ricordiamo che ogni giorno c’è un bollettino di guerra di morti e feriti per il mancato rispetto delle norme di sicurezza. Secondo i dati pubblicati dall’INAIL nell’anno 2008 ci sono stati 1120 morti (1207 nel 2007), con un calo del -7,2% mentre gli infortuni sono stati 874.940 (912.410 nel 2007), con un calo del 4,1%, calo che molti attribuiscono alla crisi economica che negli ultimi due anni ha bruciato centinaia di migliaia di posti di lavoro (480mila secondo Confindustria) e che per ironia della sorte ha aiutato a salvare molte vite umane. I decessi in provincia di Latina sono quasi triplicati: da 7 nel 2008 a 19 nel 2009, tanto da essere l’unica provincia del Lazio in controtendenza, infatti se Frosinone, Viterbo e Rieti sono in calo, e Roma sostanzialmente stabile (+0,3%), la nostra ha avuto un aumento del 2%. Purtroppo non possiamo che continuare non solo a denunciare la mancata applicazione del “Testo unico in materia di sicurezza sul lavoro”, che disciplina la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali sui luoghi di lavoro, ma che il governo Berlusconi è impaziente di abolirla, considerandola un peso che frena gli imprenditori, tant’è che il ministro dell’economia Tremonti si è lasciato andare a frasi del genere: “626 un lusso che non possiamo permetterci”, dimostrando due cose: che non solo gli interessa poco della sicurezza dei lavoratori, ma che ha anche scarsa conoscenza della materia, in quanto la legge 626/94 non esiste più da ben due anni, in quanto il 9 aprile 2008 il governo di centro sinistra varò la legge 81/08, che ha riunito la precedente normativa in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, (D.L. 626/94, D.L. 493/96 e il D.L. 494/96). Purtroppo l’azione dell’attuale governo di centrodestra ha indebolito svuotando tale norma di molti contenuti importanti, sia con la legge 106 del 5 agosto 2009 e sia con una circolare emanata dall’attuale Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Sacconi, che blocca gli esposti alla Direzione provinciale del lavoro da parte di un singolo cittadino (fonte FILLEA-CGIL). Forse per Tremonti i due-tre morti sul lavoro al giorno e le decine di invalidi sono un lusso che le famiglie possono permettersi? E se vogliamo proprio parlare di costi, la mancata sicurezza è tutta a carico della collettività, che deve accollarsi il costo delle indennità spettanti agli invalidi, altro che le chiacchiere da osteria del centrodestra. Nel locale possiamo rassicurare al ministro Tremonti che il suo pensiero ha già un ampio seguito, tanto dal lato delle imprese che dal lato dei controlli, che dire inesistenti è dire poco. Siamo curiosi di sapere dalla Direzione provinciale del lavoro e dall’ A.S.L. quanti e quali sono stati i controlli nella nostra città, nell’ultimo anno. Non abbiamo nulla contro tali organismi, sappiamo bene che purtroppo le risorse di uomini e di soldi che il governo ha stanziato negli ultimi anni sono esegui rispetto ai reali bisogni, così che molto spesso il personale, che si occupa di sicurezza e prevenzione, è a ranghi ridottissimi.
Ed intanto i lavoratori continuano a rimetterci le penne.

Gennaro Varriale
responsabile politiche sociali e del lavoro
circolo “Enzo Simeone”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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