Il Diritto alla Salute, negato
La Polverini e la sua giunta si dimostrano ancora una volta complice del governo Berlusconi che sulla sanità continua a imporre un indirizzo aziendalista e di indiscriminato taglio alla spesa, senza assicurare una sufficiente e razionale offerta di servizio pubblico, ottenendo un impoverimento dell’offerta sanitaria nelle periferie, tanto che in molti ospedali della provincia di Latina, si inizia ad assistere ad un allarmante problema legato alla mancanza di personale, sia medico che paramedico.
Prima la catastrofica gestione Storace, che ha prodotto debiti per decine di miliardi di euro, senza nessun miglioramento nell’offerta dei servizi sanitari, perché tutta improntata a logiche clientelari, agli amici e agli amici degli amici andava garantito spazio e facili guadagni.
Un caso per tutti: Fazzone e le centinaia di lettere con cui ha segnalato all’allora direttore sanitario numerose persone, un modo di fare che è poi arrivato all’attenzione della magistratura, che proprio in questi mesi ha deciso di riprendere le indagini (non è mai troppo tardi…).
Poi siamo passati alla cura “Marrazzo” a cui è stato imposto dal governo Berlusconi, il rientro del debito, accettato dopo qualche resistenza.
Ed infine la Polverini, a cui è stato evidentemente il mandato di dare il colpo finale alla sanità pubblica, per dare ulteriore spazio a quella privata.
I risultati sono stati due: il primo è l’aumento delle tasse, in particolare dell’IRPEF e che colpisce quindi i nostri stipendi, ed il secondo è una corsa al taglio che ha intanto privato gli ospedali degli investimenti necessari per rispondere ai bisogni della popolazione e poi di di un numero sufficienti di lavoratori, che nonostante la dedizione di cui sono capaci si trovano a dover far fronte a turni massacranti, con il rischio che aumentino gli errori nelle diagnosi e nelle posologie.
Significativo è il caso del “Dono Svizzero”, centro di prima importanza, in attesa che si realizzi il sogno del Policlinico del golfo (quando??) alle prese: con una cronica mancanza di posti letto, al punto tale che chi deve subire interventi è costretto ad aspettare fuori dal dipartimento che gli sia assegnato un posto letto; con una condizione delle stanze a volte piene di degenti privi di qualsiasi comfort come ad esempio i condizionatori che, specie in questo periodo di grande caldo, costringe i pazienti, per poter sopperire alla loro mancanza, a portarsi i ventilatori da casa; con una scadente qualità dei pasti (pasta scotta e/o salata) – a giudizio di tanti – per i quali al contrario è indispensabile seguire una dieta equilibrata e ricca di sostanze nutritive.
Purtroppo nemmeno il pronto soccorso si sottrae alle nostre critiche, con un numero di addetti insufficiente alla bisogna, ma che nonostante tutto si dannano l’anima per prestare il necessario soccorso agli infortunati. Più volte abbiamo assistito ad interminabili file, che d’estate, con il maggior carico dovuto ai turisti, diventano costanti e terribili per chi vi è costretto. Questo può indurre il paziente a lasciare il servizio sanitario pubblico per quello privato, che non è certo migliore, ma sicuramente ha un maggior costo. In ragione di ciò, noi vogliamo sapere dalla direzione ospedaliera quanti sono i dipendenti dell’ospedale, reparto per reparto, amministrativi e sanitari; quali sono le effettive disponibilità della struttura e qual é invece il numero previsto dalla pianta organica affinché la struttura ospedaliera sia in grado di funzionare in maniera efficiente.
Ai politici locali, che sulla sanità spesso costruiscono i loro successi elettorali, pilotando concorsi e nomine, chiediamo inoltre di astenersi da questa pratica scellerata che aggrava la situazione, scegliendo questa volta di privilegiare gli interessi della comunità e non quelli dei soliti amici e degli amici degli amici, garantendo soprattutto che si evitino tagli e chiusure, come invece sembra stia per avvenire negli ospedali di Terracina, Fondi e Gaeta, in questo ultimo addirittura si paventa la chiusura di oncologia, chissà dove saremo costretti a portare i nostri malati di cancro.
Alla Regione, chiediamo di non sacrificare la salute dei cittadini in nome di equilibri di bilancio poco giustificabili in questo caso, visto che il diritto alla salute deve essere la priorità più importante secondo quanto previsto dalla costituzione laddove – all’articolo 32 – dice che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Noi non assisteremo inermi alla soppressione della sanità pubblica.
Roberta Trombetti
segretario
Circolo “Enzo Simeone”
partito della Rifondazione Comunista
Formia